Colgo l’occasione dell’inizio di attività del sito web per riflettere, anche se brevemente, sulla parrocchia.
Fin dall’inizio ho posto tre cardini: formazione, servizio, appartenenza. Per formazione intendo l’assoluto primato della vita interiore, in una sintesi armonica di preghiera e di studio. Per appartenenza intendo che si può andare in una parrocchia con una leggerezza e saltuarietà paragonabili a chi si serve un giorno di una pasticceria e un altro giorno di un’altra pasticceria, così per le gelaterie e le pizzerie. È vero che in ogni parrocchia ci vengono offerti dei servizi (sacramenti, certificati…), ma chi capisce minimamente cosa significa “comunità parrocchiale” dovrebbe comprendere cosa dico quando mi riferisco ai “cattolici saltellanti”. Insomma, in parrocchia non si va solo per partecipare alla Santa Messa, ma per realizzare un minimo di “essere Chiesa”, essere comunità, formarsi in modo serio e servire (donare amicizia, consiglio, conforto, solidarietà) e servire non è svolgere un’attività, ma sentirsi davvero servo.
Se dovessi dire in estrema sintesi cosa intendo per vita cristiana in generale e, in particolare in parrocchia, eccovi due citazioni.
«Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno» (Sal 127,1-2).
«Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Lc 17,10).
Un altro cardine su cui ho insistito appena entrato in parrocchia è stato il silenzio. A tale proposito, ecco una riflessione su questo tema alquanto arduo e particolarmente impopolare nel tempo attuale.
«L’uomo vive nel rumore, nella civiltà delle parole: non sa più cos’è il silenzio. La vita nasce nel silenzio, l’uomo muore nel silenzio. Dio si incontra nel silenzio. Il silenzio è indispensabile per la vita dell’uomo: esso stimola a pensare, serve a non sbagliare, dispone ad ascoltare, aiuta a pregare. È necessario nella vita avere momenti di silenzio: tacere di sé è umiltà, tacere degli altri è carità, tacere in certi momenti è saggezza, tacere nell’insicurezza è prudenza, tacere quando tutto va storto è pazienza. L’uomo autentico ama il silenzio, medita nel silenzio, decide nel silenzio. Non devi avere paura del silenzio, esso è maestro di verità, è gusto di profondità, è pace, gioia, serenità. È il luogo per mettersi in contatto con Dio, è il linguaggio, a volte, per capire Dio» (DIETRICH BONHOEFFER).