Pensiero serale 04-04-2025

Stasera continuo a proporvi il commento di padre Vanhoye alle letture della s. Messa (Sap 2,1.12-22 e Gv 7,1-2.10.25-30). Vediamo ancora lo stretto collegamento tra l’Antico e il Nuovo Testamento. È impressionante vedere come l’autore del libro della Sapienza (il più recente dell’Antico Testamento) anticipa, in quanto ispirato da Dio, la drammatica vicenda di Gesù.«All’inizio del suo Vangelo Giovanni dice che la luce splende nelle tenebre; poi mostrerà questo fatto nel corso del Vangelo raccontando gli episodi della vita di Gesù, in particolare la sua passione. Nel mondo ci sono le tenebre, e spesso sono proprio esse a dare alla luce l’occasione di manifestarsi. È ciò che vediamo nel Vangelo di oggi.Gesù è odiato e respinto dai Giudei, che cercano di ucciderlo. Essi non sanno chi egli è veramente; pensano di conoscerne l’origine, e lo dicono: “Costui sappiamo di dov’è; il Cristo, invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Ma questa è una conoscenza soltanto umana di Gesù; i Giudei sanno che egli è vissuto a Nazaret, viene da Nazaret, e ragionano così: “Se viene da Nazaret non è il Messia, perché, quando verrà il Messia, nessuno saprà di dove sia e chi egli sia”.Queste affermazioni offrono a Gesù l’occasione di rivelarsi meglio. Nel tempio, egli dice: “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono [cioè, voi sapete che io vengo da Nazaret]. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete”. I Giudei sanno e non sanno: sanno materialmente chi è Gesù; ma spiritualmente non ne conoscono l’origine. Sono ciechi, immersi nelle tenebre. Ma la luce splende nelle tenebre, e Gesù si manifesta, dicendo: “Io conosco [il Padre), perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”.Questa rivelazione di Gesù provoca un’ostilità ancora più forte da parte dei suoi avversari, che cercano di arrestarlo. E così avverrà fino alla morte di Gesù. Per il momento però i capi non riescono ad arrestarlo, “perché non è ancora giunta la sua ora”. Poi le tenebre si faranno più fitte e apparentemente sconfiggeranno la luce. Ma, in realtà, vincerà la luce che splenderà sulla croce, cioè la luce dell’amore, spinto fino all’estremo (cf. Gv 13,1).Nella prima lettura, che possiamo considerare profetica, vediamo che tutto ciò che è positivo diventa un pretesto per il male per diventare ancora peggiore. Se il giusto è mite i malvagi dicono: “Mettiamo alla prova la sua mitezza con violenze e tormenti”. Se è paziente, dicono: “Mettiamo alla prova la sua pazienza e il suo spirito di sopportazione”. Se si proclama Figlio di Dio e si vanta di avere Dio come padre, i malvagi dicono: “Condanniamolo a una morte infamante, perché, secondo le sue parole, il soccorso gli verrà. Il Figlio di Dio sarà protetto dal Padre!”.Ma, oltre a questo atteggiamento dei malvagi in risposta al comportamento del giusto, ci può essere un altro atteggiamento: quello di lasciarsi attirare dalla sua condotta, che è bella ed è gradita a Dio. Per i malvagi, però, la prima soluzione è più comoda, ed essi dicono: “Tendiamo insidie al giusto, che per noi è incomodo”.Chiediamo a Gesù di renderci imitatori suoi, e non dei malvagi. Chiediamogli che ogni situazione sia per noi un’occasione per manifestare la luce, come per lui anche il male,1’opposizione e la violenza degli avversari sono state occasioni per manifestare la luce e la bontà. Chiediamogli anche la grazia di saper accettare le critiche ingiuste che riceviamo dagli altri, senza inasprirci verso di loro; e la grazia anche di correggerci, quando le critiche che riceviamo sono giuste. Così saremo sulla buona strada, in compagnia di Gesù» (VANHOYE ALBERT, Il pane quotidiano della Parola, volume I – Tempi forti, Edizioni AdP, Roma 2014, pp. 129-130).I temi trattati sono vari e di immensa importanza: la lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre (c’è un forte nesso con la virtù della speranza!), l’immenso valore della “conoscenza”. Chiediamo sempre a Gesù la forza di resistere al male con la luce e con l’amore. Tutta la vita dovrebbe avere un solo scopo: progredire ogni giorno nel conformarci a Gesù, nel suo modo di pensare, di vivere, di soffrire, di amare, di essere fedele al Padre. Vi anticipo che questo è il tema della Seconda Lettura di domenica prossima, uno dei testi più belli di san Paolo (Fil 3,8-14).