Pensiero serale 26-03-2025

Stasera forse vi chiedo un impegno più intenso del solito. Vi confido che stamattina in seminario ho trattato un certo argomento che mi sta molto a cuore (gli aspetti biblici della libertà alla luce del progetto di Dio sull’uomo). Non riesco a esprimere la mia gioia e il mio stupore nel constatare la profonda sintonia con quanto padre Vanhoye ha scritto commentando le letture della s. Messa di oggi (Dt 4,1.5-9; Mt 5,17-19).«Uno dei desideri più profondi del cuore umano è la libertà. È un desiderio che corrisponde alla dignità e alla vocazione dell’uomo. Ma esso può essere inteso in un modo sbagliato, che in realtà conduce alla schiavitù. Questo avviene quando noi concepiamola libertà come il poter fare tutto quello che vogliamo, tutto quello a cui le nostre inclinazioni, anche cattive, ci spingono. La libertà diventa allora, come dice Pietro, “un velo per coprire la malizia” (1 Pt 2,16).Gesù ha promesso la libertà ai suoi discepoli, quando ha detto: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31). E Paolo ha affermato: “Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).D’ altra parte, diversi passi del Nuovo Testamento insistono di più sull’obbedienza e sulla fedeltà alla Legge; e Gesù nel brano evangelico di oggi dice: “Non sono venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento”.Come mettere d’accordo libertà e Legge? Si direbbe che c`è una specie di contraddizione tra le parole di Paolo, che proclamano la fine della Legge, e quelle di Gesù, che invece ne affermano il compimento fino all`ultimo iota o trattino. In realtà, Gesù vuole darci la vera libertà, che consiste nel vivere nell’ amore. Ora, per vivere nell’amore, è necessario imparare l’obbedienza, nella quale si trova la verità dell’amore e la vera libertà. Perciò Gesù insiste nel dire che egli non è venuto per abolire, ma per dare compimento alla Legge. La vera libertà non la si ottiene sottraendosi alla Legge, ma accogliendo la Legge nel suo significato più profondo.Siamo in Quaresima, e presto rivivremo i momenti della passione di Gesù. Sono i momenti in cui egli “imparò l’obbedienza da ciò che patì” (Eb 5 ,8), diventando così l’uomo perfettamente libero della risurrezione. Parlando ai discepoli, nell’Ultima Cena, egli afferma: “Bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre. e come il Padre mi ha comandato, così io agisco” (Gv 14,31). Per questo Gesù si avvia alla passione e porta a compimento la Legge con la sua obbedienza fino alla morte di croce. Ora Gesù vuole che la Legge trovi il compimento in noi, ed è egli stesso che la compie in noi con la sua potenza, se ci apriamo al suo dono con lo spirito che abbiamo ricevuto. Questo non è uno spirito da schiavi, ma da figli, uno spirito di libertà (cfr. Rm 8,15). Così la volontà del Padre diventa nostro cibo, come lo è stato per Gesù (cfr. Gv 4,34); e compiendola, noi proponiamo nella libertà Essere liberi è fare liberamente ciò per cui siamo stati creati. Tante persone che cercano la libertà, alla fine si ritrovano più schiave che mai, e c’è un’enorme differenza fra ciò che esse fanno e ciò che vorrebbero essere, perché il loro modo di concepire la libertà è contrario al loro essere profondo. Gesù, invece, seguendo il cammino dell’obbedienza per amore, ci insegna la via della vera libertà che è liberazione dalla legge del peccato e della morte. Gesù vuole che l’esigenza della legge dello Spirito trovi compimento in noi, affinché noi giungiamo alla libertà dei figli di Dio, che trovano loro gioia nel donarsi liberamente a lui e ai fratelli. Afferma sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi”, cioè ama e sottometti la tua volontà a quella dell’altro, proprio perché lo ami. “Non come voglio io, ma come vuoi tu!” (Mt 26, 39), dice Gesù al Padre nella sua passione. Questa è la via della vera libertà cristiana» (VANHOYE ALBERT, Il pane quotidiano della Parola, volume I – Tempi forti, Edizioni AdP, Roma 2014, pp. 115-117).Ribadisco che sono riflessioni piuttosto impegnative, ma spero tanto che questo vostro impegno (o anche sacrificio) sia fecondo, perché ci aiuta a capire aspetti decisivi del nostro modo di pensare e di vivere. Siamo aiutati a capire che l’obbedienza alla legge morale non è in antitesi con la gioia e con la libertà dell’uomo. Io penso che oggi vasti settori della Chiesa non trattano più questi temi un po’ per ignoranza, un po’ perché temono che siano argomenti non graditi ad adolescenti, giovani e adulti. Invece, io sono certo che nessun argomento è più importante di questo. Gesù è morto in croce ed è risorto proprio per donarci questa libertà e questa obbedienza. Egli stesso ha vissuto al massimo libertà e obbedienza. Ieri riflettevamo sulla Vergine Maria, che è la donna più libera e più obbediente che sia mai esistita.