Pensiero serale 26-02-2025

Voglio collegarmi con quanto scritto negli ultimi pensieri. È vero, l’uomo, usando rettamente la ragione, può e deve arrivare all’esistenza di Dio, contemplando la bellezza del creato. In tal modo posso capire che Dio esiste. Allo stesso modo, io posso sapere che una persona esiste e ne conosco il nome e il cognome e magari il volto, ma ciò che conta è una conoscenza più profonda, un rapporto di stima, di affetto, di comunione. Solo con la fede accolgo il Dio rivelato. Dio cioè si rivela nella storia della salvezza, lo conosciamo grazie alla Bibbia. La comunione e la conoscenza più profonda ce la può donare solo lo Spirito Santo. Nessuna persona, che conosco in modo superficiale, ha inciso nella mia vita. Perciò molte persone sanno che Dio esiste, ma tutto ciò non ha quasi nessuna conseguenza nel loro modo di vivere, di pensare, di valutare ciò che conta davvero. Dio nel suo Figlio Gesù vuole entrare in modo intimo e profondo nel nostro cuore e nella nostra esistenza. A questo punto, forse è chiarita la differenza abissale tra il sapere CHE Dio è e avere con Lui un rapporto profondissimo, perché so CHI Dio è; so che è Padre, so che il Figlio è morto in croce per amore mio. So che lo Spirito Santo è più intimo a me di me stesso. Grazie al Signore, che mi è venuto incontro personalmente, so bene qual è il senso della vita e so anche che Lui ha un progetto specifico per me. Se fossi rimasto a una fredda e superficiale certezza dell’esistenza di Dio, “forse” la mia vita avrebbe avuto un corso leggermente diverso.