Stasera vi invito a riflettere sull’immenso dono della fede grazie a uno dei più grandi teologi che Dio abbia mai donato alla Chiesa. Temo che molti pensino che la fede sia aderire a una serie di verità o credere che Dio esiste. Questa riflessione, tra l’altro, ci invita a renderci conto che fede, fiducia e amore stanno sempre insieme.
«La più profonda caratteristica della fede è la sua relazione a un essere personale. La fede cristiana è più che una opzione per un principio spirituale del mondo. La sua formula centrale non dice: “Credo a qualcosa”, ma “Credo in te”. È l’incontro con l’uomo Gesù, incontro nel quale scopre che il senso del mondo è una persona. Per la sua vita nel Padre, per l’immediatezza e l’intensità delle sue relazioni con lui, egli è testimonio di Dio; in lui l’intoccabile può essere toccato, l’infinitamente lontano diviene vicinissimo.
Nella sua vita, nella donazione totale di se stesso agli uomini, il senso della vita si rivela come una presenza, sotto forma d’amore, che ama anche me e fa sì che la vita valga la pena d’essere vissuta, grazie a questo dono incomprensibile di un amore che non è minacciato da una strumentalizzazione o turbato dall’egoismo.
Così, credere, è trovare un “Tu” che mi sostenga e che mi porti la promessa di un amore indefettibile, un amore che non soltanto aspiri all`eternità ma che di fatto la doni. La fede cristiana vive di questa verità: che non c’è soltanto un senso oggettivo, ma che questo Senso mi conosce e mi ama, che posso abbandonarmici come il bambino il quale sa che tutti i suoi problemi sono risolti nel ‘tu’ della madre. In tal modo, fede, fiducia e amore non formano che una sola e stessa cosa; tutte le verità della fede non sono che espressioni concrete di questa opzione fondamentale: “Io credo in te”, e della scoperta di Dio nella persona dell’uomo Gesù di Nazareth» (JOSEPH RATZINGER, Foi chrétienne hier et aujourd’hui, Paris 1969, 36s., passim).
Non possiamo non ricordare ciò che accadde 12 anni fa.