Se abbiamo anche un minimo di luce, di onestà e di umiltà, ci scontriamo spesso (o sempre!) con i nostri difetti. Sant’Ignazio di Loyola esortava all’esame di coscienza non solo quotidiano, ma almeno due volte al giorno, specificamente sul peccato o sul difetto dominante. Può accadere che non vediamo alcun progresso su un punto specifico in cui cerchiamo di impegnarci. In questi casi io penso a un passo stupendo e misterioso di san Paolo: 2 Cor 12,7-10.
Proprio nella debolezza possiamo progredire spiritualmente. Ovviamente è importante non sedersi nella mediocrità e non scendere a compromessi con la legge morale. Stasera perciò vi propongo un pensiero molto breve, ma che a me è parso prezioso. È scritto da una donna di cui ignoravo totalmente l’esistenza. È vissuta nel secolo scorso. Crebbe alla scuola di Charles de Foucauld e di René Voillaume (fondatore, nel Sahara, della Fraternità dei Piccoli Fratelli di Gesù) e in Algeria fondò la Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù.
La frase, che vi spedisco, è molto breve, ma spero che vi dia tanta pace, come l’ha donata a me.
«Se avete grossi difetti non fa niente. Si attenueranno con il crescere del vostro amore, oppure resteranno fino alla fine della vita, per rendervi umili e indulgenti verso gli altri» (Magdeleine Hutin, religiosa).