Il Natale di quest’anno possiamo e dobbiamo viverlo con particolare gioia e intensità anche grazie al Giubileo, che nelle diocesi è iniziato ieri. Dire Giubileo vuol dire liberazione, speranza, conversione. Io penso al Giubileo soprattutto come un dono immenso che mi è offerto per la mia completa guarigione, per una vera sconfitta del peccato. Come sempre, un dono immenso richiede una risposta libera e responsabile. Stasera vi offro una preghiera sul Natale, di un dottore della Chiesa, vissuto 17 secoli fa nell’attuale Turchia sud orientale.
«Questa è notte di riconciliazione, non vi sia chi è adirato o rabbuiato. In questa notte, che tutto acquieta, non vi sia chi minaccia o strepita. Questa è la notte del Mite, nessuno sia amaro o duro. In questa notte dell’Umile non vi sia altezzoso o borioso. In questo giorno di perdono non vendichiamo le offese. In questo giorno di gioie non distribuiamo dolori. In questo giorno mite non siamo violenti. In questo giorno quieto non siamo irritabili. In questo giorno della venuta di Dio presso i peccatori, non si esalti, nella propria mente, il giusto sul peccatore. In questo giorno della venuta del Signore dell’universo presso i servi, anche i signori si chinino amorevolmente verso i propri servi. In questo giorno, nel quale si è fatto povero per noi il Ricco anche il ricco renda partecipe il povero della sua tavola. Oggi si è impressa la divinità nell’umanità, affinché anche l’umanità fosse intagliata nel sigillo della divinità» (SANT’EFREM IL SIRO).
Sant’Efrem sottolinea “in questo giorno”. Ovviamente è importante continuare un impegno così bello e fecondo anche nei giorni successivi. Io voglio evidenziare l’ultima frase. L’uomo, ogni uomo, è felice e realizzato solo se vive questa unione profondissima tra il divino e l’umano. Se talvolta siamo tristi, confusi, insoddisfatti, forse dipende proprio dal fatto che non attuiamo pienamente tutto ciò. Dio ci ha pensati, creati e salvati per una meta altissima e noi troppo spesso ci accontentiamo di misere briciole. Vi segnalo un passo non molto noto della Bibbia: 2 Pt 1,4. Nella mia memoria e nel mio cuore è impressa la traduzione latina: “Consortes divinae naturae” (è anche il titolo di un documento dedicato da san Paolo VI il 15 agosto 1971 al sacramento della Confermazione).