Pensiero serale 18-12-2024

In un certo senso, quest’anno l’Avvento è un po’ più breve degli altri anni. Normalmente ci sono quattro domeniche e la festa di Maria Immacolata. Quest’anno, poiché l’8 dicembre era domenica, abbiamo “perso” la seconda domenica di Avvento. Non avendo avuto la possibilità di meditare sul brano del Vangelo di quella domenica, ho pensato stasera di spedirvi il commento di don Fabio, che ci aiuterà a riflettere ancora sulla missione di Giovanni Battista. Ecco ora il brano del Vangelo e subito dopo il commento di don Fabio.

«Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”» (Lc 3,1-6).

Ecco ora le riflessioni di don Fabio.

«La strada della salvezza passa per un irregolare che offre uno strano prodotto, “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Il luogo è il Giordano, fiume che taglia il deserto nello stesso luogo in cui tanti secoli prima un popoli di fuggiaschi attraverso l’acqua per arrivare alla terra promessa. Ora si passa di nuovo per l’acqua ma verso una terra diversa: non più un territorio, ma la remissione del peccati.
È qualcosa di nuovo che non viene dagli uomini ma scende dal cielo Tiberio, Pilato, Erode, Filippo, Lisania, Anna e Càifa non danno questo. .
Ogni uomo può inventarsi ciò che vuole, ma la sua storia gli resta addosso Oggi aspettiamo il cambiamento dalla scienza o dall’economia. C’è chi lo aspetta da una cura o perfino da una dieta. No, il salto autentico richiede quel potere che solo Dio può esercitare: cambiare la natura delle cose, trasformare il tragico ricordo di un errore, e tutti gli strascichi che si porta, in vita nuova. Le scienze psicodinamiche sanno aiutare a gestire, evolvere, equilibrare e tanto altro …ma non a perdonare.
Per perdonare ci vuole una relazione con qualcuno capace di toccare il nostro essere in modo da trasfigurare tutto e rigenerarci. Ci vuole un contatto con un amore senza limiti.
Ma c’è bisogno che la strada di tale contatto sia raddrizzata, che questo canale sia aperto. Come mai? Perché il nostro cuore tortuoso ed impervio si è reso inaccessibile. Che vuol dire? Che fra noi e il perdono di Dio c’è di mezzo una strada accidentata, per esempio, da burroni da riempire, che sono baratri, disperazioni, abbattimenti, sconforti, delusioni e tutto il nero che c’è nel nostro cuore. Ma ci sono anche monti e colli da abbassare: autoillusioni, presunzioni, superbie, arroganze, immodestie, pretese e tutto quello che ci fa volare al di sopra di una reale percezione di noi stessi.
Per queste vie la Parola di Dio non ci può raggiungere.
La salvezza viene quando lo Spirito, scendendo, ci fa disobbedire alla autoesaltazione, oppure ci distoglie dalla disperazione. In entrambi i casi si tratta di atteggiamenti autoreferenziali, sopravvalutarsi o disprezzarsi. Comunque capirsi male. Ci vuole l’aiuto di un Altro per dribblare tali trappole, c’è poco da fare.
É proprio questo l’Avvento: Uno che irrompe e noi smettiamo di raccontarcela da soli. Venga Colui che ci tira fuori dai gorghi del nostro ego, e dialoghi con noi; entri Colui che ci sa strappare alle nostre depressioni e alle nostre illusioni. Ci scomodi, ci molesti, ci deragli dai nostri pensieri, come si interrompe qualcuno che è imbambolato. Ci parli di Lui e ci accarezzi. Ci perdoni e ci faccia rinascere!» (ROSINI FABIO, Di Pasqua in Pasqua. Commenti al Vangelo domenicale dell’anno liturgico C, San Paolo, Cinisello Balsamo 2024, pp. 18-20).

Auguro a me e a voi di eliminare un po’ alla volta tutti gli ostacoli che rendono difficile a Gesù accarezzarci e perdonarci. E impariamo a perdonare le persone che non ci amano.