Mi sento quasi obbligato a pensare ancora a Maria Immacolata. Nei giorni scorsi ho conosciuto una preghiera di una bellezza e di una intensità straordinarie. L’autore è un sacerdote che amo moltissimo. Pochi mesi fa sono andato dove lui ha sofferto immensamente prima di essere ucciso e, da quando sono entrato in parrocchia, ho messo la sua fotografia nella sacrestia (così mi preparo alla s. Messa pensando a lui e chiedendogli aiuto per essere un po’ meno indegno di salire all’altare).
«Chi sei, o Signora? Chi sei, o Immacolata? In non sono in grado di esaminare in modo adeguato ciò che significa essere “creatura di Dio”. Sorpassa già le mie forze il comprendere quel che vuol dire essere “figlio adottivo di Dio”. Ma Tu, o Immacolata, chi sei? Non sei soltanto creatura, non sei soltanto figlia adottiva, ma sei Madre di Dio e non sei soltanto Madre adottiva, ma vera Madre di Dio. E non si tratta solo di un’ipotesi, di una probabilità, ma di una certezza, di una certezza totale, di un dogma di fede. Ma Tu sei ancora Madre di Dio? Il titolo di madre non subisce mutazioni. In eterno Dio Ti chiamerà: “Madre mia” …Colui che ha stabilito il quarto comandamento, Ti venererà in eterno, sempre …Chi sei, o divina? Egli stesso, il Dio incarnato, amava chiamarsi: “Figlio dell’uomo”. Ma gli uomini non lo compresero. Ed anche oggi quanto poche sono le anime che lo comprendono, e quanto imperfettamente lo comprendono! Concedimi di lodarti, o Vergine Immacolata» (san Massimiliano Kolbe).