Stasera vi spedisco una preghiera molto intensa e profonda. Non è facile commentarla. Auguro a me e a voi di non dimenticare mai che solo lo Spirito è l’autore di una preghiera autentica.
«Maria, insegnaci l’arte dell’ascolto. L’ascolto di noi stessi, della realtà, della storia, ma soprattutto l’ascolto di Dio che ci parla, quasi sempre velato di sublime silenzio. Se tu ci insegni come essere docili, se sei tu ad aprirci il cuore, non avremo paura di ingannarci. Siamo talmente abituati alle bugie da non aspettarci più alcuna verità. Non sappiamo più custodire nel cuore, come facevi tu, le semplici parole di tuo Figlio. Non sappiamo collegare i ricordi, i colori, i sapori della vita con il soffio delicato dell’amore che li raccoglie e trasforma nella nuova creazione. Mostraci il miracolo della fiducia perché anche nella nostra vita sia annullato lo spazio immenso che separa dolore e gioia, obbedienza e libertà, uomo e Dio. Nutrici ancora con il fiore del frumento, donaci il corpo che riempie il tempo, colui che abitò il tuo grembo e sempre rende madre anche noi, sua Chiesa».
Progrediamo nell’ascolto, nell’apertura del cuore, nella fiducia. Impariamo l’arte di vedere che libertà e obbedienza non solo non si contrappongono, ma sono inseparabili. La Vergine: la creatura più libera perché la più obbediente alla Verità.