Riflettevo su una parola presente nella Prima Lettura di domenica scorsa: “angoscia” (cfr. Dn 12,1). In effetti, viviamo in tempi piuttosto difficili. Perciò stasera vi spedisco questa preghiera. Sono sempre più sicuro che la preghiera è fondamentale perché possiamo progredire nella speranza e nella fortezza.
«O Gesù, quando nella mia vita, vedo avvenimenti che mi sconvolgono e sembrano i segni di un mondo marcio e in sfacelo fa’ che volga il mio sguardo oltre le nubi, per vedere il tuo volto e la tua potenza che viene.
Concedimi la grazia di lasciarmi guidare solo da te, o Gesù, e faticare con te per riunire i dispersi, sanare i conflitti, addolcire le ostilità che mettono gli uomini gli uni contro gli altri.
Perdonami, se, qualche volta, sotto il peso della mia debolezza, la tribolazione mi porta a dubitare della tua venuta e mi spinge a pensare che forse ti sei allontanato da me.
Ricordami, Signore la strada che tu hai percorso prima di me e donami il tuo coraggio e la tua fiducia perché riesca ad abbandonarmi all’amore del Padre che non abbandona mai nessuno.
Poggia, o Gesù, la tua mano sulle mie spalle e fammi percepire la tua presenza amorosa.
La tua mano si è posata sugli ammalati, sui lebbrosi, sui ciechi e questi venivano guariti, la tua mano si è posata sui bambini e li hai accarezzati e benedetti» (CANIO CALITRI, La Parola si fa preghiera, in Nel giorno del Signore, 18-11-2018).