Il 27 settembre dell’anno scorso vi presentai una preghiera molto bella, espressione della spiritualità vincenziana. Pochi giorni fa è stata pubblicata da “Avvenire” col commento di Riccardo Maccioni, che ora vi spedisco.
«Anche se non esiste tribunale che abbia il potere di infliggerla, una delle peggiori pene cui una persona può essere condannata, è l’indifferenza. Capita quando ci si sente dimenticati, messi da parte, invisibili. Una triste consapevolezza che pur in modi differenti colpisce a tutti i livelli e che diventa particolarmente grave quando si accompagna a una condizione di sofferenza e povertà. […] Il cristiano però dev’essere diverso, sente il bisogno, sulla scia del Vangelo, di farsi piccolo tra i piccoli, privilegiando proprio i dimenticati, gli esclusi. E quest’impegno di servizio va vissuto il più possibile nella gioia e nell’ascolto dei bisogni degli altri. Vuol dire essere gentili, rispettosi, attenti con chiunque incrociamo sulla nostra strada: “La vostra affabilità – dice san Paolo ai Filippesi – sia nota a tutti”. Uno stile, una risposta alla chiamata di Dio che san Vincenzo de’ Paoli (1581-1660), apostolo della carità, ha vissuto ogni giorno della sua esistenza, e che testimonia in questa preghiera (conosciuta non a caso come “preghiera dei Vincenziani”), quasi un manifesto del suo amore a Dio e all’umanità» (RICCARDO MACCIONI, Lunedì dello spirito. La preghiera apre il cuore, in Avvenire, 4-11-2024).
Ora riporto comunque la “preghiera vincenziana” (anche se ovviamente è rimasta sul sito della parrocchia). È molto impegnativa.
«Signore, fammi buon amico di tutti, fa’ che la mia persona ispiri fiducia: a chi soffre e si lamenta, a chi cerca luce lontano da Te, a chi vorrebbe cominciare e non sa come, a chi vorrebbe confidarsi e non se ne sente capace.
Signore, aiutami, perché non passi accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato.
Signore, aiutami ad accorgermi subito: di quelli che mi stanno accanto, di quelli che sono preoccupati e disorientati, di quelli che soffrono senza mostrarlo, di quelli che si sentono isolati senza volerlo.
Signore, dammi una sensibilità che sappia andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall’egoismo, perché ti possa servire, perché Ti possa amare, perché ti possa ascoltare in ogni fratello che mi fai incontrare».