Oggi ricordiamo una donna davvero eccezionale. Molti di voi certamente la conoscono bene: santa Teresa di Gesù, nota anche come santa Teresa d’Ávila. Mi limito a spedirvi un sua riflessione, da cui potete intuire il livello altissimo di vita spirituale.
«Un giorno essendomi intrattenuta con una certa persona che per amore di Dio aveva rinunciato a molti beni, consideravo che io, non solo non avevo lasciato nulla per Lui, ma non l’avevo neppur servito come avrei dovuto. E ricordandomi delle grandi grazie che egli mi aveva fatto, cominciai ad affliggermi profondamente. Ma egli mi disse: “Sai bene l’alleanza che esiste fra me e te. Per essa, ciò che è mio è tuo. Io ti do tutti i miei dolori e travagli, e con essi puoi pregare mio Padre come se fossero tuoi”. Che noi partecipiamo alle sofferenze di nostro Signore l’avevo inteso altre volte, ma allora lo compresi in ben altro modo, sino a parermi di essere in possesso di grandi ricchezze. Mi è impossibile descrivere la tenerezza con cui il Signore mi fece questa grazia. Mi parve che l’Eterno Padre vi acconsentisse, per cui ora considero i tormenti di nostro Signore sotto un aspetto assai diverso, cioè come beni che mi appartengono; e ne ho grande consolazione».
Possiamo meditare su cosa significa “ricchezza” e sul valore della sofferenza, se viene vissuta in modo davvero evangelico. Auguro a me e a voi di conoscere meglio la sua vita, il suo pensiero, le sue opere.
Non mi stancherò mai di ringraziarvi per come pregate per le persone che vi raccomando. Stasera ve ne affido due in particolare. Preferisco non dire i nomi, perché tengo molto alla riservatezza. Vi dico solo che soffrono molto.