Il Vangelo di oggi ci esorta alla piccolezza (cfr. Lc 9,48). Esattamente 127 anni fa volava in Paradiso s. Teresa di Lisieux. Perciò penso che sia bene porgervi alcune sue riflessioni proprio su questo tema.
«Farsi piccoli vuol dire riconoscere il proprio nulla, tutto aspettare da Dio, non cercare ricchezze, non inquietarsi di nulla …non attribuire a se stessi le virtù che si praticano ma riconoscere che Dio misericordioso pone il tesoro della virtù in mano al suo bimbo, perché questi se ne serva quando ne ha bisogno; ma il tesoro è sempre di Dio. Infine, è non perdersi d’animo per le proprie mancanze, perché i bimbi cadono spesso, ma sono troppo piccini per farsi un male grosso.
Per amare Gesù, essere la sua vittima d’amore, più si è deboli, senza desideri né virtù, più si è adatti alle operazioni di quest’Amore consumante e trasformante…Il solo desiderio di essere vittima basta, ma bisogna consentire a restare sempre povere e senza forza, e qui sta la difficoltà, perché dove trovarlo il vero povero di spirito? Bisogna cercarlo molto lontano, dice il salmista. Non dice che bisogna cercarlo in mezzo alle grandi anime, ma molto lontano cioè nella bassezza, nel nulla. Restiamo il più lontano possibile da tutto ciò che brilla, amiamo la nostra piccolezza, desideriamo di non sentire nulla. Allora saremo povere di spirito e Gesù verrà a cercarci, per quanto lontane ci troviamo e ci trasformerà in fiamme d’amore» (Santa Teresa di Lisieux).