Pensiero serale 12-08-2024

Mentre leggevo il commento, che vi spedisco stasera, riuscivo a immaginare il volto sorridente e anche ironico di monsignor Aiello. Le riflessioni che vi mando, come commento alle letture di questo lunedì, alternano intuizioni profonde, acutissime con battute quasi divertenti, come quando egli fa un cenno al pagamento delle imposte o al “dovere” di mangiare il pesce in Terra Santa (ma con me non ci sono riusciti!).

 

«Lectio Divina

 

Memoria della prima volta

Lettura

E il racconto della vocazione di Ezechiele sia pure con l’immaginazione fantasiosa e cromatica della letteratura apocalittica. C’è innanzitutto una precisa indicazione cronologica (“l’anno quinto della deportazione del re Ioiachìn, il cinque del mese”) e geografica (“lungo il fiume Chebar”), a dire che si tratta di eventi veramente accaduti e che il profeta può indicare, concreti dati alla mano. La vocazione è raccontata in maniera sintetica: “Qui fu sopra di lui la mano del Signore”. Alcune traduzioni riportano “la mano del Signore cadde su di lui” a indicare un evento forte e imprevisto che cambia la vita del giovane rivolgendo in un’altra direzione la sua vita, i suoi pensieri, i suoi affetti, le sue energie. Anche se sacramentalmente siamo tutti nati in Cristo il giorno del Battesimo, per ciascuno di noi c’è un momento preciso e diverso per la coscientizzazione della grazia. Ezechiele si trovava “lungo il fiume Chebar”. E tu, dov’eri quando sei stato raggiunto dalla Parola di Dio? Che giorno era? Come eri vestito? La grazia della chiamata per il profeta è legata alla percezione della gloria di Dio, forse in un evento naturale, in un pensiero dominante che ha zittito tutti gli altri, e la gloria fa cadere faccia a terra, è una mano che pesa e inclina la testa e il corpo nell’adorazione: “I cieli e la terra sono pieni della tua gloria” ci fa ripetere il salmo responsoriale.

 

Meditazione

La gloria di Dio passa per il tormento della Croce, dice Gesù ai suoi discepoli, confidando loro i segreti del suo cuore. La rivelazione, come per Ezechiele, fa scricchiolare le spalle e le vite dei Dodici, non ancora pronti, e li inclina ad una grande tristezza. Un esattore della tassa per il Tempio li distrae dal “precipitare”, con una domanda sulla dichiarazione dei redditi: “Il vostro maestro non paga la tassa?”. Siamo continuamente strattonati tra illuminazioni mistiche ed esigenze prosaiche del vivere quotidiano: mentre si innalza nella preghiera, il cuore viene riportato alla realtà dallo squillo di un cellulare, da un dispaccio d’agenzia, dall’ululato di una sirena. Siamo di Dio e siamo nella storia, impegnati a costruire la città terrena con lo sguardo fisso a quella eterna, “dalle salde fondamenta”. Viviamo questa doppia pertinenza ora con equilibrio, ora sbilanciati verso l’una o l’altra cittadinanza. Gesù non è un figlio qualsiasi, ma è il Figlio, e dunque è esente dal pagamento della tassa; ma non vuole scandalizzare nessuno, e allora rimanda per un attimo Pietro al mestiere di prima. Non serve la rete, bastano una canna e un amo per prendere il primo pesce pronto con la moneta d’argento. In Terra Santa ai pellegrini, almeno una volta, servono il “pesce di San Pietro” arrostito. Inutilmente vi ho cercato la moneta d’argento per pagare le tasse. Mi dicono che non ce n’è più bisogno: l’Agenzia delle Entrate si serve direttamente, prelevando dal mio conto corrente.

 

Preghiera: 

La mia gloria, Signore, è compiere la tua volontà.

 

Agire:

Scrivo un memoriale per non dimenticare la prima volta in cui la Parola scese su di me» (AIELLO ARTURO, Memoria della prima volta, in Messa meditazione 2024, luglio-agosto, pp. 320-321).

 

Credo che il punto più importante sia quello evidenziato proprio alla fine, nel settore dell’ “agire”. Fin quando non ho fatto tale esperienza, sono rimasto a quello che mi hanno detto papà e mamma o i catechisti, o alle fatidiche processioni o alla Prima Comunione. Quando sento dire che occorre valorizzare il Battesimo, io ovviamente sono d’accordo, ma sono molto più d’accordo col pensiero di Aiello: 

 

“Anche se sacramentalmente siamo tutti nati in Cristo il giorno del Battesimo, per ciascuno di noi c’è un momento preciso e diverso per la coscientizzazione della grazia”.

 

Infine, voglio sottolineare il riferimento al duplice impegno. Don Bosco direbbe: “buoni cristiani e onesti cittadini”. Conosco cristiani del sabato sera molto bravi nell’assolvere il precetto festivo, ma che magari sono allergici ai doveri di cittadini e il Vangelo di oggi ci ricorda anche questo.

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