23-10-2023

Stasera avrei voluto continuare a riflettere con voi sul brano del Vangelo di ieri. Invece, preferisco dire una parola di commento al brano del Vangelo di oggi, anche perché ho notato che ha qualche aspetto in comune proprio col brano di ieri.

Ieri veniva presentata a Gesù una questione giuridica e politica. Oggi Gesù si trova dinanzi a un quesito che oscilla tra il diritto civile e …l’attività di un consultorio familiare. La cosa che mi ha colpito è che in entrambi i casi sembra che Gesù non intenda rispondere direttamente, esplicitamente. Vi lascio una bella domanda: perché Gesù fa così?

Lascio alla vostra riflessione e al vostro studio la risposta a questa domanda …ma vi spedisco un commento al Vangelo di oggi. Già ho citato altre volte questo teologo. Devo solo precisare che la sua riflessione è un po’ datata. Infatti, non tiene presente l’introduzione dell’euro!

 

 

«La gente conserva i dollari americani per usarli quando viaggia in posti dove la moneta del proprio paese ha poco valore. È gente che ha la fortuna di viaggiare. Ma tutti dobbiamo fare un grande viaggio oltre i confini del mondo, dopo la morte. Quale valuta ci servirà?

Gli antichi greci mettevano nella bocca del morto una moneta per pagare il traghetto con cui avrebbe passato il fiume che lo separava dal regno dei morti. I popoli primitivi mettevano del cibo nella tomba perché il morto non soffrisse la fame. Usanze che ci sembrano ridicole, ma nate da un’esperienza comune: nessuno porta i suoi beni nell’aldilà.

San Giovanni Crisostomo diceva: nell’eternità vale una sola moneta, la carità. Cerchiamo perciò di scambiare al più presto i nostri beni in questa valuta, diamo i nostri soldi ai poveri e troveremo un tesoro nel cielo. Conclude Crisostomo: alla fine l’uomo si porterà di là solo quello che ha regalato al prossimo, il suo tesoro nel cielo» (Tomáš Špidlík, Il Vangelo di ogni giorno, Lipa, Roma 2001, vol. IV, pp. 154-155).