22-10-2023

Il 22 ottobre di 45 anni fa a Roma, in piazza san Pietro, san Giovanni Paolo II celebrava la s. Messa per l’inizio del suo pontificato.

A me pare sempre più chiaro che oggi la Chiesa ha quasi paura a nominare Gesù. Forse si teme che nominare Gesù possa creare problemi nel dialogo interreligioso o al limite lo si nomina a bassa voce nel chiuso della sacrestie, ma soprattutto a livello sociale e politico mi sembra che vada progredendo una sorta di congiura del silenzio sulla Verità che è Cristo.

Mi limito a ricordare che lo scorso 14 giugno, in occasione del funerale di Silvio Berlusconi, l’Arcivescovo di Milano nell’omelia “riuscì” a non nominare mai Gesù e quindi in un funerale non disse che Gesù è risorto e ha vinto la morte!!!

Perciò stasera non posso non segnalare un brano dell’omelia pronunciata in quella occasione da papa Wojtyla con chiari riferimenti alla politica e all’economia. Credo che nessuno poteva immaginare che undici anni dopo sarebbe crollata la barbarie dell’impero sovietico.

Nel brano, che ora vi spedisco, mi ha colpito molto il riferimento alla verità e al fatto che Gesù sa ciò che c’è nel segreto del cuore di ogni uomo. Nel Vangelo di oggi i farisei, anche se con triste ipocrisia, dicono a Gesù una cosa vera: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità” (Mt 22,16). E poco dopo l’evangelista sottolinea il fatto che Gesù conosceva la loro malizia (cfr. Mt 22,18): insomma non gli erano nascosti i loro pensieri, la loro interiorità, le loro intenzioni più profonde.

Ecco ora due passaggi dell’omelia di papa Wojtyla del 22 ottobre 1978:

 

«Voi tutti che già avete la inestimabile ventura di credere,

– voi tutti che ancora cercate Dio, 

– e pure voi tormentati dal dubbio: 

vogliate accogliere ancora una volta – oggi e in questo sacro luogo – le parole pronunciate da Simon Pietro. In quelle parole è la fede della Chiesa. In quelle stesse parole è la nuova verità, anzi, l’ultima e definitiva verità sull’uomo: il figlio del Dio vivente. “Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente”!

[…]

 

Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!

Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!

Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!

Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.

Proprio oggi la Chiesa intera celebra la sua “Giornata Missionaria Mondiale”, prega, cioè, medita, agisce perché le parole di vita del Cristo giungano a tutti gli uomini e siano da essi accolte come messaggio di speranza, di salvezza, di liberazione totale» (Giovanni Paolo II, Omelia, 22 ottobre 1978).

 

Voglio solo precisare che, se penso che sia decisivo che la Chiesa recuperi davvero la centralità di Gesù, ritengo estremamente urgente, indispensabile, che noi cattolici comprendiamo sul serio le conseguenze etiche dell’ingresso di Gesù risorto nel nostro essere, nel nostro cuore e nel nostro agire. Altrimenti parlare di solidarietà, di sinodalità, di servizio, di custodia del creato, sarà esercizio di pura retorica e del tutto velleitario e infondato. L’agire segue l’essere e il nuovo essere, l’uomo nuovo sono dono unicamente del Risorto.

Di tali questioni, da cui dipende l’avvenire di ogni uomo e dell’intera umanità ne parlò in modo splendido papa Wojtyla nella “Veritatis splendor”, enciclica che da alcuni anni mi sembra leggermente ignorata.