Stasera voglio continuare in qualche modo la riflessione di ieri, ponendo l’accento sulla grandezza del matrimonio. Mi faccio aiutare dalle parole di un sacerdote, poeta, scrittore, membro dell’ordine dei Servi di Maria. Le sue parole sulla vita matrimoniale sono a dir poco stupende. Come spesso mi capita, non mi ritengo all’altezza neanche di commentarle. Mi limito a dire che è una vera tristezza quando un sacerdote deve difendere il matrimonio indissolubile e condannare l’adulterio, l’infedeltà coniugale senza alcuna riserva, quando la Chiesa – da vari anni – traballa proprio su questi temi. Gli sposi sono chiamati davvero alla perfezione, non solo a non commettere uno dei peccati più gravi che ci siano: profanare la santità del matrimonio. Siccome molti non sempre capiscono la mia insistenza sulla tragedia dei “single sposati”, forse meditando la riflessione di padre Turoldo capiranno meglio la bellezza della vera vita coniugale e come il ministero degli sposi sia davvero indispensabile e prezioso nella Chiesa, come avrei voluto nella mia comunità parrocchiale e nel cammino che per quindici anni ho cercato di attuare nella mia diocesi, con esiti di cui è meglio non parlare.
«O sposi, che la vostra casa non sia mai un appartamento: questo triste regno dell’egoismo e della solitudine! Regno del mio e del tuo quando non è trincea del mio contro il tuo. Ma sia invece principio di una vita universale, di una fraternità e di una amicizia che si allarga sul mondo, inizio della stessa chiesa: “Salutate la chiesa che sta nella casa di Maria madre di Marco…”.
Insieme dunque cercare di essere. Ancora: come Dio. Si ripeta all’infinito: non sono io l’immagine di Dio e non sei tu, ma siamo io e te insieme: se ci amiamo. È la coppia: questa l’entità nuova che si affaccia sulla creazione. Non l’uomo o la donna, ma l’uomo e la donna. Dove Dio, appunto l’amore, è la stessa copula di congiunzione e di fusione. La parola “insieme” è la più religiosa parola del mondo. Non l’uomo che domini la donna, non la donna che si contrapponga all’uomo; ma che fondino “insieme” l’armonia libera e necessaria: a segnare l’inizio di un mondo armonioso e pacifico […].
Amare viene solo da Dio. Gli uomini non riusciranno mai ad amarsi se Dio non diventa la fonte del loro amore. È Dio a fare dei due una sola vita. Perciò gli sposi sono i primi servi dell’amore, i messaggeri – per costituzione – della lieta notizia: questa novella che due persone si amano, in attesa che tutti si amino. Non altro è lo stesso vangelo: “Amatevi come io vi ho amati”. “Chi rimane nell’amore rimane in Dio”. Perciò l’amore è un miracolo, è un dono che trascende le stesse vite. Nulla vale più della vita; ma una vita, la vita di qualsiasi creatura, può essere rischiata, offerta, sacrificata solo per amore. Solo l’amore è più grande della vita. Si può morire solo per amore (Davide Maria Turoldo, Amare, Cinisello Balsamo, 1995).