15-07-2023

Stasera vi spedisco la seconda e ultima parte del testo di sant’Ambrogio.

Al centro c’è il rapporto tra la Grazia e la libertà. È un tema molto complesso e di rilevanza decisiva; fu al centro del Concilio di Trento nel XVI secolo, a causa della polemica tra la Chiesa Cattolica e i Protestanti. In qualche modo, a questo tema è dedicato tutto il mio Manuale. Per chi può e vuole, consiglio di consultare l’indice analitico, voce libertà, pag. 705.

Ecco le parole bellissime del Vescovo di Milano.

 

«Vedi dunque come il Verbo divino scuote chi è ozioso e sveglia i dormienti. Infatti se uno viene e picchia alla porta, è chiaro che vuole entrare. Ma dipende da noi se non sempre entra, se non sempre rimane. Che la tua porta sia aperta a colui che viene! Apri la tua porta: spalanca l’intimità della tua anima, perché egli veda le ricchezze della semplicità, i tesori della pace, la soavità della grazia. Dilata il tuo cuore, va incontro al sole dell’eterna luce che illumina ogni uomo. E in verità quel lume vero risplende per tutti. Ma se qualcuno avrà chiuse le sue finestre, si priverà da sé di quell’eterno splendore.

Se tu dunque chiudi la porta della tua anima, Cristo rimane fuori. Anche se nessuno può impedirgli d’entrare non vuole precipitarsi dentro da importuno, non vuole costringere chi non vuole. Nato dalla Vergine, è uscito dal suo grembo risplendendo al mondo intero, perché tutti potessero esserne illuminati. Ma lo ricevono coloro che desiderano i raggi del suo splendore eterno, che nessuna notte può offuscare. Infatti, mentre a questo sole che noi vediamo ogni giorno segue una notte tenebrosa, il sole di giustizia non conosce tramonto, perché alla sapienza non può succedere la malizia. Beato colui alla cui porta batte Cristo! La nostra porta è la fede. Se essa è forte, difende tutta la casa. Per questa porta entra Cristo. Per questo la Chiesa dice nella Cantica: “È il mio diletto che bussa” (Ct 5,2). Senti come batte, senti come desidera entrare: “Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia” (ivi). Vi son dei momenti in cui il Verbo divino bussa più che mai alla tua porta: è quando si degna di visitare quelli che si trovano nella prova e nelle tentazioni, perché, vinti dall’angoscia, non finiscano per soccombere.

Ma se tu dormi e il tuo cuore non veglia, egli se ne va senza neanche bussare. Se invece il tuo cuore veglia, egli bussa e ti chiede di aprirgli la porta. Aprigli, dunque, perché vuol entrare e vuol trovare la sposa vigilante» (sant’Ambrogio, Commento sul Salmo 118).

 

Dinanzi a tanta Luce e a tanto Amore c’è solo da ringraziare.

Lui con me ha solo da perdere e vuole un rapporto profondo e intimo con me e si dona tutto a me. Io con lui ho tutto da guadagnare, eppure resto così recalcitrante e diffidente. Talvolta mi dono, ma spesso solo… in parte e magari pronto a riprendermi la libertà che gli avevo donato, e che è l’unica cosa che mi chiede. Libertà e amore stanno insieme. Fin quando non gli dono davvero la mia libertà, il mio sentimento di amore resterà appunto un sentimento, vano e sterile.

Chiediamo al Signore di vincere ogni nostra resistenza e di aiutare gli altri ad aderire a Lui senza sciocchi e autolesionistici compromessi.