Per cercare di ricordare degnamente santa Chiara, ho deciso di spedirvi un brano di una sua lettera a Sant’Agnese da Praga. Ne parla papa Benedetto in un suo discorso bellissimo:
«Santa Chiara adopera un’immagine molto diffusa nel Medioevo, di ascendenze patristiche, lo specchio. Ed invita la sua amica di Praga a riflettersi in quello specchio di perfezione di ogni virtù che è il Signore stesso. Ella scrive: “Felice certamente colei a cui è dato godere di questo sacro connubio, per aderire con il profondo del cuore [a Cristo], a colui la cui bellezza ammirano incessantemente tutte le beate schiere dei cieli, il cui affetto appassiona, la cui contemplazione ristora, la cui benignità sazia, la cui soavità ricolma, il cui ricordo risplende soavemente, al cui profumo i morti torneranno in vita e la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme. E poiché egli è splendore della gloria, candore della luce eterna e specchio senza macchia, guarda ogni giorno questo specchio, o regina sposa di Gesù Cristo, e in esso scruta continuamente il tuo volto, perché tu possa così adornarti tutta all’interno e all’esterno… In questo specchio rifulgono la beata povertà, la santa umiltà e l’ineffabile carità” (Lettera quarta: FF, 2901-2903)». (Benedetto XVI, Udienza generale 15-9-2010).
Non sono in grado di commentare parole così alte, pronunciate da una donna così santa. Posso solo augurare a me e a voi di progredire nell’umiltà, nella preghiera, nell’unione con Dio, nell’obbedienza a Lui, nel servizio ai fratelli.