Stasera voglio donarvi ancora alcune frasi di Edith Stein con qualche piccolo commento.
«In genere, quando ci si vuol liberare della propria vecchia croce, capita di doverne portare una più pesante» (Edith Stein).
Sul mistero della sofferenza vi ricordo le frasi bellissime di san Paolo. Egli racconta la propria sofferenza e confida: il Signore «mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12, 9-10).
«Rientrare in sé significa avvicinarsi gradualmente a Dio» (Edith Stein).
Credo che sulla vita interiore poche affermazioni siano vere e profonde come queste. La santa martire carmelitana ci spiega in pochissime parole la differenza tra interiorità e intimismo, tra vera adesione a Dio e religione ridotta a sentimentalismo.
«Chi cerca sinceramente e appassionatamente la verità è sulla via di Cristo» (Edith Stein, frase citata in RATZINGER J. BENEDETTO XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Milano 2007, p. 117).
«Non accettate nulla come verità che sia privo di amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva»» (Edith Stein).
Già il 18 febbraio dell’anno scorso citavo questo passo della prima enciclica di papa Francesco (scritta in collaborazione con papa Benedetto):
«L’amore non si può ridurre a un sentimento che va e viene. Esso tocca, sì, la nostra affettività, ma per aprirla alla persona amata e iniziare così un cammino, che è un uscire dalla chiusura nel proprio io e andare verso l’altra persona, per edificare un rapporto duraturo; l’amore mira all’unione con la persona amata. Si rivela allora in che senso l’amore ha bisogno di verità. Solo in quanto è fondato sulla verità l’amore può perdurare nel tempo, superare l’istante effimero e rimanere saldo per sostenere un cammino comune. Se l’amore non ha rapporto con la verità, è soggetto al mutare dei sentimenti e non supera la prova del tempo. L’amore vero invece unifica tutti gli elementi della nostra persona e diventa una luce nuova verso una vita grande e piena. Senza verità l’amore non può offrire un vincolo solido, non riesce a portare l’”io” al di là del suo isolamento, né a liberarlo dall’istante fugace per edificare la vita e portare frutto» (Lumen fidei, 27).
In conclusione, credo che l’amore sia sempre il vertice. Non può mai esserci vero amore senza croce, senza spirito di sacrificio e senza la forza del Cristo Risorto. Allo stesso modo, la croce è insopportabile se non sperimentiamo di essere amati dal Signore.
Come non può esserci separazione tra amore e dolore, così sono inscindibili amore e verità, cioè Gesù «via, verità e vita»” (Gv 14,6).