Se ci affidiamo a un motore di ricerca, digitando la parola “certosino” …esce un gatto.
Digitando “Chartreuse”, compaiono un albergo e un liquore. Non so se tutto questo è espressione di un certo secolarismo.
Nel recente pellegrinaggio in Francia sono passato nei pressi di Grenoble e di Chambery (Alpi francesi). Non lontano da lì c’è il monastero della Grande Chartreuse, dove nel 2005 è stato girato il film documentario “Il grande silenzio”, grazie al regista Philip Gröning.
Questa premessa un po’ strana la ritengo necessaria perché oggi la Chiesa ricorda san Bruno, il santo che fondò l’ordine certosino.
Stasera vi presento alcune riflessioni di san Giovanni Paolo II. Egli prima cita una frase di san Bruno.
«”Vi è nulla di così buono come Dio? Vi è un altro bene oltre Dio solo? Così l’anima santa che percepisce questo bene, il suo incomparabile fulgore, il suo splendore, la sua bellezza, arde della fiamma del celeste amore e grida: “L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò vedrò il volto di Dio”» (Lettera a Raul, n. 15).
Poi commenta così.
«Il carattere radicale di questa sete spinse Bruno, nell’ascolto paziente dello Spirito, a inventare con i suoi primi compagni uno stile di vita eremitico, dove ogni cosa favorisce la risposta alla chiamata di Cristo che, in ogni tempo, sceglie uomini “per condurli in solitudine e unirsi a loro in un amore intimo” (Statuti dell’Ordine dei Certosini). Con questa scelta di “vita nel deserto” Bruno invita tutta la comunità ecclesiale a “non perdere mai di vista la suprema vocazione, che è di stare sempre con il Signore” (Vita consecrata, n. 7)» (san Giovanni Paolo II, Messaggio in occasione del nono centenario della morte di s. Bruno, 14-5-2001).
Mi chiedo quanti giovani oggi sanno che esiste anche questa vocazione. Quando sento parlare di “pastorale giovanile”, spontaneamente sorrido (per non dire che vorrei piangere!) e spero e prego affinché si capisca davvero quale cammino debbano effettuare i giovani nel contesto spirituale e culturale attuale. Ritengo perciò preziose le seguenti affermazioni di papa Wojtyla. So bene che non sono parole “di moda”, ma io le sento profondamente vere e non penso che riguardino solo i monaci, ma ogni persona che cerca una vera maturazione umana e cristiana.
«In effetti, la nostra cultura contemporanea, segnata da un forte sentimento edonistico, dal desiderio di possesso e da una concezione erronea della libertà, non agevola l’espressione della generosità dei giovani che vogliono consacrare la loro vita a Cristo, desiderando procedere, nella sua sequela, lungo il cammino di una vita di amore oblativo, di servizio concreto e generoso. La complessità del cammino personale, la fragilità psicologica, le difficoltà di vivere la fedeltà nel tempo, invitano a far sì che nulla venga trascurato per offrire a quanti chiedono di entrare nel deserto della Chartreuse una formazione che comprenda tutte le dimensioni della persona» (san Giovanni Paolo II, Messaggio in occasione del nono centenario della morte di s. Bruno, 14-5-2001).