03-08-2023

Riflettendo sull’importanza del compito educativo, mi domando se i genitori e i catechisti aiutano i ragazzi e i giovani a saper cogliere il primato dell’invisibile. È evidente che oggi si è presi da ciò che è visibile. Mi chiedo spesso se le donne pensano a come il loro modo di vestire possa produrre effetti nel cuore e nella mente delle persone. Siamo davvero sicuri che ciò che più vale non si vede e che tutto ciò che appare è passeggero? Cosa si vedeva in Gesù Crocifisso? Cosa si vede in un’Ostia? Chi vuole mediti a lungo su 1 Sam 16,7.

Riguardo al primato dell’invisibile vi invito a riflettere, anche in base alla Prima Lettura della s. Messa di oggi, sulla presenza di Dio. Egli è invisibile e forse spesso dimentichiamo che è presente sempre e ovunque. Vi dono questo piccolo racconto (patrimonio della cultura ebraica), di Martin Buber.

 

«Un giorno in cui riceveva degli ospiti eruditi, rabbi Mendel di Kozk li stupì chiedendo loro a bruciapelo: “Dove abita Dio?”. Quelli risero di lui: “Ma che vi prende? Il mondo non è forse pieno della sua gloria?”. Ma il rabbi diede lui stesso la risposta alla domanda: “Dio abita dove lo si lascia entrare”» (Martin Buber, Il cammino dell’uomo, Magnano 1990, p. 64, in Lectio divina, Queriniana, Brescia 2001, vol. 10, p. 376).