Sabato vi ho detto che vorrei continuare a meditare sul Vangelo di questa domenica. Del commento di don Fabio Rosini mi ha colpito molto la seguente espressione:
«Ci sono persone che si vantano di aver avuto sempre le stesse idee; di non aver mai cambiato posizione …sono soggetti che vivono di certezze granitiche, inamovibili. In genere sono tipi superficiali, che non fanno i conti con le sfumature e i cambiamenti. Viver loro accanto è una tortura: sono noiosi e rigidi».
Devo ammettere che mi ha lasciato molto perplesso, soprattutto perché conosco persone che cambiano facilmente idea un po’ per debolezza “mentale”, un po’ per opportunismo, un po’ perché amano “improvvisare”.
Io ritengo un valore positivo la coerenza, ma con alcune precisazioni: anzitutto mi piace distinguerla nettamente dalla fedeltà. Chi è coerente, spesso ha un comportamento appunto coerente con le proprie idee, convinzioni, ideali. Io viceversa ho grande stima della fedeltà, intesa come un legame forte col Signore. In definitiva, a me interessa poco essere coerente, col rischio anche di essere testardo; ritengo importante, invece, essere, o almeno sforzarmi di essere discepolo docile, ubbidiente e fedele del Signore.
Su questo argomento vi spedisco parte di un’omelia tenuta dal Papa poco più di nove anni fa.
«Come è il mio cuore? È un cuore che sembra un ballerino, che va da una parte all’altra, che sembra una farfalla alla quale oggi piace questo, poi va da quello, ed è sempre in movimento? È un cuore che si spaventa delle vicende della vita, si nasconde e ha paura di dare testimonianza di Gesù Cristo? È un cuore coraggioso o è un cuore che ha tanto timore e cerca sempre di nascondersi? Di che cosa si cura il nostro cuore? Qual è il tesoro al quale il nostro cuore è attaccato? È un cuore fisso nelle creature, nei problemi che tutti abbiamo? È un cuore fisso negli dei di tutti giorni o è un cuore fisso nello Spirito Santo? Dove è la fermezza del nostro cuore?
Ci farà bene domandarci questo. E anche fare memoria di tante vicende che noi abbiamo ogni giorno: a casa, nel lavoro, con i figli, con la gente che abita con noi, con i compagni di lavoro, con tutti». Noi ci lasciamo prendere da ognuna di «queste vicende» o le affrontiamo «con il cuore fisso che sa dov’è l’unico che dà fermezza al nostro cuore, lo Spirito Santo?». Certamente «ci farà bene pensare che noi abbiamo un bel dono che ci ha lasciato Gesù: questo Spirito di fortezza, di consiglio che ci aiuta ad andare avanti. Andare avanti fra le vicende di tutti i giorni. Facciamo questo esercizio oggi di domandarci come è il nostro cuore. È fermo o no? E se è fermo, dove si ferma, nelle cose o nello Spirito Santo?» (Francesco, omelia 19-5-2014).
Un terrorista a modo suo sarà coerente (penso alle Brigate Rosse, ad alcuni musulmani che fanno attentati). Il martire invece è fedele a Gesù. C’è una differenza oceanica!