01-08-2023

Ieri vi ricordavo che nel mese di agosto abbiamo il dono di ricordare tanti santi che con la loro vita, il loro insegnamento e la loro intercessione ci aiutano a progredire nella sequela di Gesù. Stasera vi spedisco una famosa preghiera scritta dal santo che oggi ricordiamo. Il suo contenuto non è molto diverso da quella di ieri di sant’Ignazio. Mi sembra molto semplice, ma anche molto impegnativa (come, del resto, dev’essere ogni preghiera). Ovviamente, se non sono disposto a essere fedele a ciò che dico, è meglio che mi astenga dal pronunciare parole così forti. Io recito questa preghiera e chiedo la grazia al Signore di essere un servo meno indegno del suo amore e del ministero che mi ha affidato.

 

«Signor mio Gesù Cristo, che per l’amore che porti agli uomini, te ne stai notte e giorno in questo Sacramento tutto pieno di pietà e di amore, aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti, io ti credo presente nel Sacramento dell’Altare. Ti adoro nell’abisso del mio niente, e ti ringrazio di quante grazie mi hai fatto; specialmente di avermi donato te stesso in questo Sacramento, e di avermi data per Avvocata la tua santissima Madre Maria e di avermi chiamato a visitarti in questa chiesa. Io saluto oggi il tuo amantissimo Cuore ed intendo salutarlo per tre fini: primo, in ringraziamento di questo gran dono; secondo, per compensarti di tutte le ingiurie, che hai ricevuto da tutti i tuoi nemici in questo Sacramento; terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i luoghi della terra, dove Tu sacramentato te ne stai meno riverito e più abbandonato.

Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore. Mi pento di aver per il passato tante volte disgustato la tua bontà infinita. Propongo con la tua grazia di non offenderti più per l’avvenire: ed al presente, miserabile qual sono, io mi consacro tutto a te: ti dono e rinunzio a tutta la mia volontà, agli affetti, ai desideri e a tutte le cose mie.

Da oggi in avanti fa’ di me e delle mie cose tutto quello che ti piace. Solo ti chiedo e voglio il tuo santo amore, la perseveranza finale e l’adempimento perfetto della tua volontà. Ti raccomando le anime del Purgatorio, specialmente le più devote del Santissimo Sacramento e di Maria Santissima. Ti raccomando ancora tutti i poveri peccatori. Unisco infine, Salvatore mio caro, tutti gli affetti miei con gli affetti del tuo amorosissimo Cuore e così uniti li offro al tuo Eterno Padre, e lo prego in nome tuo, che per tuo amore li accetti e li esaudisca. Così sia» (S. Alfonso M. De’ Liguori).

 

Certamente sono ripetitivo, ma chiedo a chi è sposato di interrogarsi seriamente se prega (soprattutto se partecipa all’adorazione eucaristica) anche a livello familiare: i coniugi insieme, e anche con i figli. Se una famiglia non è caratterizzata da una unità che deriva dall’Eucaristia, può ancora dirsi famiglia secondo il cuore di Dio? In cosa consisterà la sua unità? Quale sarà davvero, giorno per giorno, il fine perseguito dai suoi membri? La vera unità non deriva da sentimenti egoistici e passeggeri, ma dalla ferma e consapevole volontà di perseguire il medesimo fine. So che qualche gentile fanciulla (o ex fanciulla) obietterà: “Non posso costringere mio marito”, allora io chiedo: “di cosa avete parlato durante il fidanzamento?” Davvero durante l’adorazione e per tutta la vita c’è tanto da riparare. Almeno dovremmo impegnarci di più con adolescenti e giovani coppie. Chissà se di queste cose avranno il coraggio di parlare a Lisbona!!!